2024–2025: L'Era dell'AI
Posso affermare che il biennio 2024/2025 sono ufficialmente gli anni dell’AI.
Negli ultimi mesi, l’AI si è "esplosa" progredendo in molteplici settori—generazione di testo, scrittura di codice, sintesi di immagini, composizione musicale, montaggio video, ricerca, assistenza e molto altro. L’AI non è più una tecnologia di nicchia, ma una parte integrante delle nostre azioni quotidiane, trasformando industrie e flussi di lavoro a una velocità senza precedenti.
Con una vasta gamma di servizi, modelli e strumenti basati sull’AI ora disponibili, abbiamo accesso a un livello completamente nuovo di automazione e potenziamento. Compiti che un tempo erano impossibili, impraticabili o riservati a pochi (a causa di vincoli economici, competenze tecniche o accesso alle risorse) sono ora alla portata di quasi tutti.
Uno dei settori più competitivi nello sviluppo dell’AI è quello degli assistenti virtuali. C’è una grande attenzione dei media sulle loro capacità—alcuni modelli sono ideali per la programmazione, altri nella generazione di immagini, nell’automazione, nell’analisi testuale o nel ragionamento complesso. Nuovi modelli e versioni migliorate vengono rilasciati a un ritmo sempre più rapido, con ogni iterazione che promette migliori prestazioni e nuove funzionalità.
L’AI è ora integrata in quasi ogni aspetto della nostra vita digitale:
Tutto è guidato, potenziato e ottimizzato dall’AI. Molte cose iniziano a essere "falsificate" con l’AI. Allo stesso tempo, molti ruoli tradizionali rischiano di essere sostituiti da questi strumenti—almeno secondo "coloro i quali prendono le decisioni". Bill Gates, ad esempio, ha previsto che l’AI potrebbe sostituire la maggior parte dei lavori entro il prossimo decennio.
Come sviluppatore, ho visto in prima persona come gli strumenti AI si siano integrati nel nostro flusso di lavoro, assistendoci quotidianamente. Aiutano a semplificare i compiti, controllare la documentazione, validare il codice e generare prototipi. Tuttavia, non stanno sostituendo il nostro lavoro—almeno non ancora.
Sì, l’AI può generare un sito web o un servizio funzionante in pochi minuti, anche per chi non ha alcuna esperienza o nozione di programmazione. Con i giusti prompt, si possono costruire persino applicazioni complesse. Ma a quale prezzo?
Una persona che si affida esclusivamente all’AI senza comprendere l’output potrebbe avere difficoltà con la manutenzione a lungo termine, il debugging o l’adattamento del codice alle esigenze future. Certo, l’AI può migliorare il proprio lavoro con prompt aggiuntivi, ma se non si capisce la struttura sottostante, come si può garantirne l’affidabilità?
Conta davvero? Beh, dipende dal tuo punto di vista:
Ciò che sorprende è che, mentre i progressi dell’AI nei prodotti consumer dominano i titoli dei giornali, le sue applicazioni più preziose ricevono spesso meno attenzione.
Ad esempio, l’AI ha iniziato a percorrere i primi passi in settori cruciali come:
Questi progressi hanno il potenziale di salvare vite, eppure vengono spesso oscurati dagli sviluppi dell’AI più appetibili a livello commerciale.
Prendiamo ad esempio un caso recente come quello di OpenAI e del suo nuovo modello di generazione di immagini. La risposta della community? Un’ondata di richieste per generare immagini, da foto o prompt, nello stile inconfondibile dello Studio Ghibli—con tutti i successivi dibattiti in merito al copyright.
Dove stiamo andando? Non so dove ci stia portando questa nave, né se mi piaccia la destinazione.